Sono rientrato in Italia da poche settimane, dalla città di Aleppo

Sono rientrato in Italia da poche settimane, proveniente dalla città di Aleppo, in Siria, con la mia famiglia, aiutati dall’ambasciata italiana di Damasco, dopo aver vissuto anni di guerra e accumulato esperienze drammatiche, con negli occhi gli orrori causati dai conflitti armati combattuti in mezzo ai civili. Un processo di disumanizzazione, di traumi interminabili, dove morivano tutti senza distinzione tra militari, milizie paramilitari civili. In Italia non sono mancate le espressioni di grande solidarietà nei nostri confronti, che non potremo dimenticare. Una bellissima festa della solidarietà è stata celebrata sabato scorso da tanti italiani in occasione della ventesima edizione della Giornata nazionale della Colletta alimentare. Ciò che mi ha più colpito è stata la generosità di gente di ogni condizione sociale che ha accolto l’invito dei volontari, donando sacchetti pieni di cibo. Ho sentito un ragazzo che diceva: «Finché abbiamo opportunità, faremo del bene a tutti». La carità, ovvero il senso del dono, ha generato a catena una sovrabbondante solidarietà umana in ogni parte d’Italia.

Anche la partecipazione di centinaia di volontari stranieri appartenenti alle varie comunità etniche e religiose presenti in Italia, ha dimostrato che la solidarietà non ha confini. D’altronde, tale azione generosa e spontanea non può essere vista come un fenomeno circoscritto o limitato nel tempo, ma sottolinea che la solidarietà umana è un fenomeno sconfinato che nutre l’animo umano esattamente come lo è la misericordia divina. Ho partecipato personalmente a quest’evento meraviglioso insieme alla mia famiglia, e quindi ho potuto osservare da vicino, stando all’entrata di un supermercato di Tropea di Vibo Valentia, quanto fossero vere le parole di Papa Francesco: «Non si può distogliere lo sguardo e voltarsi dall’altra parte per non vedere le tante forme di povertà che chiedono misericordia».

AHMED BAKIE, Vibo Valentia