Un’avventura chiamata Banco Alimentare
Io ed i miei amici organizziamo da dieci anni la Colletta Alimentare nel nostro paese e mensilmente cerchiamo di sostenere circa 22 famiglie consegnando pacchi di alimenti forniti dal Banco Alimentare di Taranto con cui siamo convenzionati da due anni. Più il tempo passa, più mi coinvolgo in questa “avventura” che è il Banco e più vedo crescere in me un'affezione per quest'opera: ogni qual volta ritiriamo da Taranto gli alimenti, nel vedere il deposito a volte pieno, a volte meno pieno di prodotti, riscopro in me uno stupore fino alla commozione, com'è accaduto nel dicembre 2014 nell'osservare i pacchi raccolti durante l'ultima Colletta, segno concreto della generosità di tante persone, perché non è scontato che qualcuno si fidi della proposta che li vien fatta di donare la spesa, contando tra l'altro le serie difficoltà economiche con cui in molti si trovano a dover fare i conti. Di fronte a tutto questo e al lavoro quotidiano che a livello nazionale il Banco Alimentare svolge, mi domando: cosa spinge così tante persone a spendere il proprio tempo, a stare dietro a tante indicazioni che la Comunità Europea impone, e anche in questi giorni mi sono chiesta cosa ha spinto lei, Signor Bassi, a lasciare la sua famiglia, i suoi impegni, per venire ad incontrare noi? Quest'opera crea in me uno stupore, una commozione e una domanda continua: cosa porta me ad impegnarmi per organizzare la Colletta, nella preparazione e consegna dei pacchi e nell'obbedire a tutte le richieste che mi vengono fatte? Perché poi mi scontro con la realtà, e la realtà è che il bisogno alimentare della gente aumenta sempre più, e come diceva Papa Francesco “Il nostro impegno può sembrare una goccia nel mare del bisogno.” Quindi alle volte in me c'è quasi la delusione nell'accorgermi che nonostante il tanto impegno, i tanti sforzi, non riusciamo a risolvere il problema della spesa nelle famiglie. Accade però che quando consegniamo i pacchi mensili ai nostri assistiti, molti di loro quel pacco neanche lo guardano, non perché non sia utile, ma perché hanno bisogno di raccontarti la loro vita, i loro drammi, le tante ingiustizie, come succede anche durante la Colletta con la gente che s'incontra nei supermercati. Da questo verifico che è vero molte persone hanno fame, ma la loro non è solo fame di cibo: in essi c'è un bisogno di senso, un bisogno di speranza, di bene per la loro vita, di essere abbracciati e guardati, grande quanto il mio. E quasi quasi il bisogno alimentare diventa una possibilità di bene prima di tutto per me perché mi fa riscoprire continuamente che ho bisogno della speranza che Cristo porta nella vita per non soccombere alle difficoltà mie e a quelle che vedo in molte persone, e diventa possibilità di bene per i più poveri, per chi c'incontra il giorno della Colletta, perché mi fa domandare e desiderare che attraverso il mio, il nostro misero ”si”, si possa veicolare una curiosità, un'intuizione di possibilità di bene anche nella loro vita. Mi colpiva quello che Papa Francesco ci diceva lo scorso 3 ottobre, cioè che “difronte l'emergenza della fame possiamo educarci all'umanità, a riconoscere l’umanità presente in ogni persona bisognosa di tutto”. Si, io posso dire che mi muovo per la Colletta, per la consegna dei pacchi, perché desidero che la mia umanità cresca, perché attraverso il mio spendermi io possa avere lo stesso sguardo e lo stesso cuore di Cristo, con cui guardare e amare prima di tutto i miei famigliari, i miei amici ma anche tutti coloro che Lui mi fa incontrare. Questo spiega l'affezione che vedo crescere in me per il Banco Alimentare e per il gesto della Colletta: due luoghi privilegiati in cui mi è data la possibilità d'imparare a voler bene come Cristo, in modo cioè puro, disinteressato, amando il destino di chi mi è difronte; due luoghi in cui la mia umanità cresce e la mia vita si sviluppa con un senso.
Per questo sento di ringraziare tutti coloro che sono dietro queste due grandi opere: è attraverso il vostro lavoro che veicolate a me tutto questo. Il desidero che mi sta accompagnando in questi giorni pre Colletta e che mi fa obbedire alle indicazioni che ci vengono date è che sia nei supermercati in cui organizzeremo la raccolta, ma anche attraverso i diversi Banchi di Solidarietà sparsi in tutta Italia, la gente possa incontrare delle “oasi di bene”, come dice il Papa, in cui sperimentare l'abbraccio di Cristo, così come lo sperimento io attraverso questa grande opera di carità che è il Banco Alimentare.
Gianna, Gioia del Colle