Un gesto che vince la solitudine
All’ingresso del supermercato arriva un uomo sull’ottantina e comincia a inveire contro la ragazza che gli propone di partecipare al gesto, io mi avvicino infreddolito e privo delle buone e pazienti intenzioni che mi si converrebbero e comincio ad ascoltare l’elenco delle sue rimostranze cercando il momento per intervenire.
Un uomo avvelenato dalle difficoltà della vita e dai pochi soldi, insufficienti a mantenersi e a mantenere la moglie nell’ospizio dove, suo malgrado, ha dovuto da qualche mese sistemarla, un fiume in piena di esasperazione e solitudine. Io lo ascolto e non so cosa dirgli, in fondo ha ragione penso, la sua vita è veramente dura, come potrebbe comprare per gli altri se non ha nemmeno per sé. Come potrebbe. Le mie non buone e pazienti intenzioni intanto sfumano e vorrei allora spiegargli perché dovrebbe pensare anche agli altri, sto per cominciare il fervorino ma, mentre cerco dentro di me qualcosa da dire lo guardo, lo guardo e ne vedo la solitudine, infinita, mi cresce, senza intenzione, una pena interminabile per quell’uomo e mi accorgo di volergli bene, di voler bene a lui e alla sua disgraziata moglie allora, non so perché, forse perché volevo che mi restasse nel cuore, gli chiedo “Come si chiama sua moglie?” gli chiedo così senza volerlo, perché non potevo dirgli niente, perché non c’era nulla da potergli dire, non so perché, ma io volevo stare con lui, io volevo in qualche modo abbracciarlo.
E lui si ferma, mi guarda allibito e si ferma, qualcuno gli sta chiedendo di sua moglie, forse non succedeva da troppo tempo, mi guarda fisso e tutto si scioglie, gli si annacquano gli occhi, i miei già lo erano, e mi dice “Valnea, si chiama Valnea”. “È un nome bellissimo” rispondo io a fatica. Poi lui cerca di dire qualcosa e non ce la fa, prende il sacchetto e il volantino, mi tocca il braccio e guardandomi il cappello trova l’appiglio e dice confusamente “..compagni di piuma.. ..compagni di piuma..” ed entra.
Dopo una decina di minuti lo vedo uscire con il sacchetto, ci ha messo qualcosa anche lui, lo vedo tentennare a consegnarlo agli alpini che gli si fanno vicini, si guarda attorno, forse mi cerca, gli vado vicino e allora lui sorride e mi consegna il preziosissimo sacchetto, il sacchetto più prezioso della giornata, pesa poco, il peso di un cuore. Cerco di superare la mia commozione, lui cerca di uscire dalla sua, non ci riusciamo.
Troppo vecchi tutti e due. Mi stringe di nuovo il braccio mentre dice ancora precipitando le parole “..compagni di piuma, compagni di piuma..” “ ..grazie infinite.. ..mi saluti Valnea..” Ma lui se ne va, cercando di contenere il nuovo fiume che lo travolge, quasi fuggendo. Lui Io Non più soli. Luca, Udine