Va bene accetto la sfida
Caro Vincenzo
Per la colletta quest’anno mi sono ritrovato in un supermercato piccolo.
Perdonami la presunzione, ma la prima reazione è stata: come mai, proprio a me? e poi prima mi dicono Auchan Casamassima e poi mi danno il Sigma di Via De Gasperi?
Un attimo dopo ho pensato: va bene accetto la sfida (tant’è che non ti ho detto niente).
Vi ringrazio per questa scelta perché mi avete costretto a ricapire che il motivo della colletta non è l’esito dei kg (a proposito poi mandami comunque il riepilogo dei punti vendita) ma la possibilità di scoprire qual è il mio bisogno.
Ma capire il mio bisogno si lega alla grazia che io e tanti di noi abbiamo ricevuto (e continuamente riceviamo).
Mentre sabato mattina facevo i pacchi con una volontaria (era con Suor Elvia) parlando con lei è venuto fuori che vive una situazione molto difficile: lei, il marito e il figlio di 21 anni senza lavoro, l’altro figlio sta per diplomarsi a ragioneria e lei vorrebbe iscriverlo a Medicina (“è il mio sogno” diceva).
Mi sono detto: ma come, questa fa una fatica della madonna a mandare avanti la baracca (mi diceva che vanno avanti grazie all’aiuto della suocera) e poi insegue un sogno? (iscrivere a medicina un diplomato ragioniere laddove hanno fallito tanti diplomati con 100 nei licei, e per di più con problemi economici).
E lì capivo che il bisogno vero di questa donna non era mangiare (perché in qualche modo ci riusciva) ma era qualcuno che, come fa con me, mi vuol bene (così come sono) e perciò mi accompagna, mi educa, mi fa crescere, mi fa accorgere dei miei errori in una parola è la mia speranza.
Penso che aver fatto questo passo di consapevolezza valga di più che non aver raccolto 738 kg di alimenti (che sono in tutta evidenza mezza goccia nell’oceano).
Che l’esito sia insignificante l’ho capito anche da un altro particolare.
Era alla colletta con noi Roberto Menicucci che gli altri anni ha fatto la colletta in un supermercato di Bergamo un po’ più grande rispetto a quello dove eravamo noi. Mi diceva (oltre ad una serie di cose, dal punto di vista organizzativo, che non sarebbe male riproporre anche da noi) che in media in quel supermercato di Bergamo si raccolgono 900-1000 cartoni (praticamente più del doppio rispetto alla ns. corazzata Ipercoop S. Caterina). I miei 58 cartoni apparivano pertanto obiettivamente ridicoli.
Ti pregherei di raccogliere (magari sollecitandole) altre testimonianze al riguardo perché capire il motivo per cui fare la colletta non mi è ancora (nell’esperienza) chiarissimo. C’è sempre l’ombra dell’esito. Tanto che ieri, ancora una volta, ho dovuto constatare che la prima risposta che ci diamo (io per primo) alla domanda com’è andata la colletta è: il nr. di cartoni.
Salvatore, Bari